A cena con Pietro Querini

di Aldo Presot e Paolo Francis Querini
Rievocazione storica con cena a base di baccalà.
QueriniDopo le cene con delitto, proviamo ad andare a cena con la Storia. Ho incontrato tempo fa Paolo F. Quirini, voleva che mettessi in scena la storia di una sua antenata, nobildonna del settecento veneziano, popolarmente conosciuta come la “Biondina in gondoleta”, sulle cui vicende amorose nacque poi la popolare canzone. Io che oltre che per il teatro ho la passione per la buona cucina, portai invece il discorso e l’attenzione su un altro suo antenato, molto più antico: tale Pietro Querini, che a causa di un disastroso naufragio approdò alle isole Löfoten, nella Norvegia del nord, oltre il circolo polare artico. Da questo lungo viaggio, il Querini se ne ritornò a Venezia con alcuni stoccafissi, aprendo di fatto l’importazione diretta di quello che popolarmente nelle nostre terre sarebbe diventato un simbolo della nostra cucina, il bacalà. Era partito l’anno 1431.
Per normativa veneta, chiunque si fosse avventurato in terre sconosciute, doveva relazionare al senato della Repubblica sulla sua avventura, e se vi fosse possibilità di scambi commerciali con quelle terre. Il Querini diligentemente preparò la sua brava relazione, e venne ricevuto per la sua esposizione. Copia di detta relazione venne conservata, e un suo nipote diventato vescovo, la portò con sé quando venne trasferito a Roma, e tuttora si conserva nell’archivio vaticano nel “Codice Vaticano lat. 5256” (Biblioteca Apostolica Vaticana – Roma).  Anche due suoi ufficiali di bordo fecero delle relazioni: Cristoforo Fioravanti e Nicolò di Michiel, che furono pubblicate dal Ramusio nel 1559, oltre cento anni dopo (Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia).
Questi tre racconti si completano a vicenda nei particolari, e offrono materiale da cui ricavare con abbondanza un racconto del famoso viaggio.
Se poi a questo racconto uniamo quello che è il soggetto principale della storia, il bacalà, la cena è bella e pronta. Così l’idea di raccontare e far rivivere la vicenda dagli attori, inframmezzando i vari quadri con le portate della cena, naturalmente a base di bacalà.
Questa idea è stata subito sposata dal “Bacalà Club Pietro Querini” il primo in Friuli, affiliato alla ben più antica “Venerabile Confraternita del Bacalà” di Sandrigo (Vicenza).
Il racconto, per renderlo più scorrevole, è stato messo sotto forma di dialogo fra i vari protagonisti, e la ostica lingua veneta del quattrocento è stata un po’ addomesticata per renderla maggiormente comprensibile, pur conservando buona parte dell’originale come fu scritta dai relatori. Per rendere maggiormente comprensibile il tutto, durante il racconto vengono proiettate sullo sfondo immagini, mappe e disegni che aiutano a capire fatti, cose e luoghi che vengono citati.
Ci si rende conto che per poterla offrire così come è stata pensata, non tutti i luoghi e teatri in cui normalmente si muovono le nostre compagnie, possono essere adatti alla bisogna. Il racconto è bello ed avvincente, e potrebbe reggere anche da solo come puro spettacolo. Dura circa 70 minuti. Ma sentir parlare per tutta la sera di bacalà, senza poterlo poi assaggiare, sarebbe troppo riduttivo. Serve quindi una sala con la possibilità di posizionare dei tavoli, una cucina annessa, un piccolo palco, la possibilità di stendere uno schermo.
La messa in scena per la parte recitata è stata possibile grazie alla collaborazione fra la Compagnia Cibìo di Chions, e la Compagnia Il Teatrozzo di Pasiano.
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NOTE DI REGIA:
Racconto del: “Viaggio del magnifico messer Piero Quirino, gentiluomo veneziano.” Nel quale, partito di Candia con malvagìe per ponente l’anno 1431, incorre in uno orribile e spaventoso naufragio, del quale alla fine con diversi accidenti campato, arriva nella Norvegia e Svezia, regni settentrionali.
Tratto dalla relazione che Pietro Querini fece al Doge Francesco Foscari al ritorno del suo viaggio (febbraio 1433). Conservata nel Codice Vaticano lat. 5256 (Biblioteca Apostolica Vaticana – Roma). E dalle relazioni di Cristoforo Fioravanti e Nicolò di Michiel pubblicate dal Ramusio nel 1559 (Biblioteca Nazionale Marciana, Venezia).

Personaggi:

Pietro Querini – Nobilomo veneziano, patròn de la Cocca Quirina
Cristoforo Fioravanti – “Omo de consiglio” – ufficiale de patròn Pietro Querini
Nicolò De Michiel – 
Scrivano a servizio di Pietro Querini
Araldo – A servizio del Maggior Consiglio
Doge Francesco Foscari – Il Doge al quale Querini relaziona sul suo viaggio
Zuane Loredan – Membro del Maggior Consiglio
Jacopo Dolfin – Membro del Maggior Consiglio

Regia: Aldo Presot
Costumi: Rosella Liut ,Luigi Corazza e Pasqua Molinari
Luci & Suoni: Ottorino Drigo e Giorgio Zanutto
Trucco: Bernadetta Lubiato e Giulietta Santin
Scenografie: Aldo Presot

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