VI Festival Internazionale del Teatro Amatoriale – Programma
PROGRAMMA
Sabato 10 ottobre ore 21.00
Teatro “Marcello Mascherini”Azzano Decimo
Compagnia “Il Teatraccio” di Grosseto
“Questi fantasmi” di Eduardo De Filippo
Regia di Claudio Matta
Pasquale Lojacono è un uomo che dopo aver tentato tutto il possibile nella continua ricerca di una svolta, di una soluzione che gli permetta di vivere un po’ di vita tranquilla e di offrire a sua moglie qualche agio, accetta, senza render partecipe la famiglia, di prendere in affitto a titolo gratuito, un appartamento in un seicentesco palazzo di via Tribunali, in cambio del compito di sfatare la leggenda sulla presenza di spiriti nella casa. I racconti di Raffaele il portiere, della sorella di quest’ultimo e del dirimpettaio di casa tal Professor Santanna inducono il protagonista a credere nell’esistenza degli spiriti al punto che, quando s’imbatte in Alfredo, l’amante di sua moglie e in altri personaggi della storia, li scambia per fantasmi. Alfredo fa pervenire alla famiglia Lojacono sostanziosi aiuti economici che Pasquale interpreta come regali degli spiriti che l’avrebbero preso a benvolere. L’equivoco prosegue quando in casa di Pasquale avviene un litigio tra spiriti, in realtà si tratta della moglie, dei figli e di alcuni parenti di Alfredo e che ha come unico effetto, la sparizione di Alfredo e il suo apparente ritorno in famiglia. Pasquale si trova improvvisamente privato dei regali degli spiriti. La storia di “Questi fantasmi” si conclude quando Pasquale ha un ultimo e accorato incontro con Alfredo durante il quale gli chiede un sostanzioso aiuto economico che gli serve per riconquistare la moglie di cui è perdutamente innamorato. Alfredo commosso dalla confessione, gli lascia un pacco di banconote e scompare dalla loro vita.
Venerdì 16 ottobre ore 21.00
Teatro “Marcello Mascherini” Azzano Decimo
Compagnia “Vittoriese del Teatro Veneto” di Vittorio Veneto (TV)
“I lazzaroni” di Eugenio Ferdinando Palmieri
Regia di Dario Canzian e Guglielmo Scarabel
E’ la contrapposizione fra vecchiaia e gioventù il filo conduttore di questo giocoso testo ambientato in una qualsiasi cittadina veneta, che tratteggia con sapiente umorismo e tagliente ironia il rimpianto e la nostalgia che in tarda età si hanno degli anni più verdi della vita. Un gruppo di diciannove personaggi concorrono a descrivere sia le avventure e gli amori di una combriccola di giovani spacconi allegri e scanzonati, che vivono al limite della legalità, sia la difficile vecchiaia di alcuni di essi che ormai stanchi , acciaccati, ammalati di nostalgia ma mai domi, avranno comunque la possibilità con un bel colpo di scena di riscattare le loro malefatte, sempre vivendo controcorrente.
Sabato 17 ottobre ore 21.00
Teatro Gozzi di Pasiano di Pordenone
Compagnia “Teatro del Sorriso” di Ancona
“Zizò de Palumbèla” di Mario Panzini
Regia di Giampiero Piantadosi
Ancona, estate 1944.
La città, occupata dai tedeschi, è ridotta ad un cumulo di macerie. Tra le tante famiglie sfollate c’è anche quella di Peppe, detto “Rechiafina” per la sua evidente sordità, ricercato dai fascisti per le sue idee politiche, sparito misteriosamente dopo aver portato al sicuro i suoi cari da alcuni conoscenti. Ci sono sua moglie Matilde, la figlia Anita, con i suoi due bambini piccoli, Dùciu e Mariulì, e infine Righétu, fratello di Peppe. Molti anconetani collaborano con i partigiani della Resistenza. Tra questi, Peppe: dal suo rifugio trasmette informazioni agli Alleati con dei piccioni viaggiatori, ma tradito da una soffiata, e braccato dalla Gestapo, è costretto nuovamente a fuggire, cambiando identità. Coperto da documenti falsi e da un travestimento si presenta a Forte Scrima per arruolarsi nell’ U.M.P.A., un corpo volontario di pronto intervento che ha il compito di spegnere gli incendi e di estrarre dalle macerie le persone rimaste intrappolate dopo le incursioni aeree. A Forte Scrima Peppe ritrova alcuni vecchi amici e compagni di bevute: Cianca, Scùfia, e infine Zizó, responsabile della squadra con il grado di caporale, che ha perduto la moglie e il figlio sotto le bombe. I quattro uomini si ritrovano a contatto con la sofferenza e con la morte, maturando una consapevolezza che farà riflettere ognuno di loro sulla propria vita, facendo riaffiorare in ciascuno una profonda e sofferta umanità. In particolare Zizó, a cui Peppe ha raccontato tutto, è turbato dal confronto tra la propria vita, fino a quel momento ritenuta vuota ed inutile, e il coraggio dimostrato dal suo vecchio amico, pronto a sacrificarsi per i propri ideali.
Venerdì 23 ottobre ore 21.00
Teatro “Marcello Mascherini” Azzano Decimo
Compagnia “Collettivo Terzo Teatro” di Gorizia
“Mai far la lady” tratta da “Pigmalione” di George Bernard Shaw traduzione di Mauro Fontanini
Regia di Mauro Fontanini
Non capita a tutti i “classici” del Teatro musicale di poter essere sempre “giovani”. La fortuna di un musical spesso sta nel palmares del film o della piece da cui è tratto. Il musical My fair lady deve la propria “immortalità” a se stesso. A ciò che racconta, a come lo traduce in emozioni, ai sorrisi che fa scaturire, alla universalità del suo linguaggio musicale. …Cosa c’è di più sublime che colmare il dislivello che separa classe da classe, anima da anima… così recita il Prof. Higgins, il “pigmalione” che affida al modo di parlare il passepartout per il riscatto sociale di una rozza fioraia. Già, il modo di parlare…anche questo è un tema che di giorno in giorno si fa sempre più attuale. La perdita delle proprie radici culturali, l’omologazione e la globalizzazione della società contemporanea hanno fatto svanire il rapporto tra l’essere umano e la propria cultura. Ecco allora che “My Fair Lady” si impone come il sogno che non vuole svanire, come la favola “possibile”. Ma alla fine anche la chiave maschile della vicenda cede alla forza delle emozioni e dei sentimenti: soli non si è completi e anche un apparente “misogino e scapolo convinto” come il Prof. Higgins o il collega di “sventura” Colonnello Pickering, o il cinico e spietato padre di Eliza, Alfred Doolittle, si trovano costretti a svestire la maschera della durezza e coprirsi con un velo di dolcezza. In un momento in cui sembra che il corto circuito dei rapporti umani abbia interrotto il passaggio di energia tra le persone, My Fair Lady si impone come un “generatore di corrente elettrica” che concede una bella “scossa” alla nostra anima.
Sabato 24 ottobre ore 21.00
Teatro Gozzi di Pasiano di Pordenone
Compagnia “Maskere” di Opera (MI)
“Signorine in trans” di Cinzia Berni
Regia di Nadia Bruno
La commedia brillante affronta il tema dell’aldilà con umorismo, comicità e ironia, tra il surreale e il fiabesco, con il risultato di uno spettacolo che riesce a divertire ma anche a commuovere. Ida e Ada sono due sorelle che vivono insieme a Castellammare di Stabia (NA), per tutti sono “le signorine” perché vista l’età, già condannate a essere zitelle. Gianni, il vicino di casa, napoletano verace, è un uomo dall’animo femminile, anche lui “signorina”. Tutto comincia il giorno in cui Ida muore, lasciando sola quella pasticciona di Ada. È così che, con permesso speciale, Ida torna sulla terra in soccorso della sorella in seri problemi economici e di vita. Per entrare in contatto con il fantasma di Ida, Gianni va in trance, svelando la sua vera natura di trans! A sconvolgere ancor di più il già precario equilibrio dei tre arriva Massimo, affascinate e seducente, di cui è impossibile non innamorarsi. Come nei film, sarà proprio Massimo un eroe e un principe a risolvere i guai delle signorine con un finale da favola!
Venerdì 30 ottobre ore 21.00
Teatro Gozzi di Pasiano di Pordenone
Compagnia “Teatroroncade” di Roncade (TV)
“No te conosso più” di Aldo De Benedetti traduzione in dialetto trevigiano di Gigi Mardegan
Regia di Alberto Moscatelli
Nella Treviso negli anni ’60, in casa Malipieri, ambiente apparentemente sereno e tranquillo, è scoppiato il dramma: Luisa non riconosce più il marito Paolo e, ritenendolo un intruso, lo vuole cacciare di casa. Il professor Pierferdinando Spinelli, medico psichiatra, diagnostica un vuoto di memoria che si spera limitato nel tempo. Ma la guarigione non sarà così immediata… Le cose si complicano ulteriormente con l’arrivo dall’Inghilterra dell’invadente zia Clotilde, esuberante scrittrice inglese, e di sua figlia Evelina. Tra un equivoco e l’altro, marito, moglie e dottore si ritrovano ad analizzare le loro condizioni – rispettivamente di marito, moglie e scapolo – e, più in generale, il significato ultimo del matrimonio. Ma quando ormai sembra tutto risolto ed il sipario già sta calando, arriva sul pubblico il colpo di scena finale. Con uno stile secco e pungente, viene analizzata e portata alla ribalta la crisi della borghesia e dei suoi riti famigliari, denunciando il vuoto di passione e sentimenti che l’esteriorità perfetta del rapporto di coppia tenta inutilmente di nascondere. Questa commedia, scritta originariamente da Aldo de Benedetti nel 1932, viene qui riproposta in una inedita traduzione in dialetto trevigiano a cura di Gigi Mardegan
AZZANO DECIMO (PN)- TEATRO MASCHERINI
Sabato 7 novembre 2015
con il cabarettista bolognese
Gian Piero Sterpi
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